Con la sua ampiezza, di quasi cento metri quadrati, ricopre interamente la cupola della crociera nel transetto ed in essa Nicola Malinconico ha voluto ripropone il tema del “Martirio di S. Agata”, già trattato nel dipinto che orna l’altare dedicato alla Santa, creando un’opera che non è grandiosa soltanto per le dimensioni, sia anche per la tecnica compositiva e coloristica e per la movimentazione realizzata.

La Martire è al centro della tela ed ha il volto bellissimo che ricorda quello delle Vergini di Luca Giordano e che, nonostante l’obbrobriosa amputazione del seno, è tuttavia soffuso di serenità: tutt’intorno, una moltitudine di figure femminili e maschili disposte su piani diversi e con pieno rispetto della prospettiva, sicchè la scena risulta più popolata e più movimentata rispetto a quella pure stupenda del Coppola: una schiera di angeli, inoltre, scende dal cielo con ardito volo per coronare Agata con il serto della gloria.
Non è esagerato affermare, pertanto, che trattasi di un lavoro di pregevole fattura, che rispecchia lo stile inconfondibile della scuola pittorica del 700, che si rifà a Luca Giordano.